Cosa sono i futures e come funzionano
Cosa sono i futures e come funzionano

Cosa sono i futures e come funzionano

I futures sono strumenti finanziari che rientrano nella categoria di strumenti derivati, negoziati su mercati regolamentati, il cui valore è collegato al valore di uno strumento sottostante che può essere un bene reale oppure un’attività finanziaria. 

I futures sono contratti di compravendita tra due parti, il cui prezzo viene concordato nel presente, mentre lo scambio del bene o dello strumento finanziario avverrà successivamente a una data prestabilita. 

Le caratteristiche di tali strumenti sono standard, quali le scadenze e il taglio minimo.

Si tratta di accordi utilizzati tipicamente con finalità di copertura dai rischi finanziari derivanti delle fluttuazioni dei prezzi di mercato o anche meramente per scopi speculativi.

In questo articolo vedremo cosa sono i contratti futures, quali sono le caratteristiche degli accordi sottoscritti e come funzionano.

Analizzeremo, poi, i diversi scopi per cui vengono utilizzati e i ragionamenti sottostanti lo sfasamento temporale tra il momento in cui viene fissato il prezzo e lo scambio effettivo tra venditore e compratore.

Infine, scopriremo le principali tipologie di futures disponibili a seconda del bene o strumento finanziario oggetto di scambio.

Cosa sono i futures?

I futures sono dei contratti a termine che obbligano due parti in una compravendita. Le caratteristiche dei futures sono le seguenti:

  • la presenza di un compratore;
  • la presenza di un venditore;
  • la presenza del bene, o strumento finanziario, sottostante l’accordo;
  • l’individuazione di un termine fissato per lo scambio, che avverrà nel futuro rispetto al momento in cui viene siglato il contratto;
  • la definizione del prezzo di acquisto, che viene stabilito alla stipula del contratto ma pagato al momento dello scambio. 

In Italia i futures sono contrattati nel mercato regolamentato IDEM (Italian Derivatives Market), il mercato italiano dei derivati (un insieme di strumenti finanziari a cui appartengono anche i futures) gestito da Borsa Italiana Spa.

Come funzionano i futures?

Semplificando al massimo il funzionamento di questi strumenti, l’obiettivo dei futures è quello di provare a ottenere un rendimento dalla differenza tra il valore del sottostante al momento della stipula del contratto (cioè il prezzo concordato) e il valore alla scadenza. 

Facciamo un esempio: sottoscrivendo un future mi impegno a pagare 100 un determinato bene entro la data “X”. A quella data, però, il prezzo di quel bene sarà aumentato a 120, ma io, in virtù del future sottoscritto, pagherò soltanto 100, con un vantaggio pari a 20.

L’esempio mostra che le prospettive di venditori e compratori, per il medesimo contratto, sono diametralmente opposte:

  • chi compra, si augura che il prezzo nel futuro sia più elevato rispetto a quello fissato, poiché andrà a pagare un prezzo più basso alla scadenza (questa tecnicamente si definisce “posizione lunga”);
  • chi vende, invece, punta sul fatto che il prezzo al termine del contratto sia più basso di quello pattuito, in modo da ottenere un maggior guadagno (“posizione corta”).

In sostanza, chi compra rischia che il prezzo del sottostante cali, chi vende che il prezzo cresca. Tuttavia, si tratta anche di uno strumento utile ad avere un prezzo certo nel presente per acquisti/vendite future.

Acquirenti e venditori non entrano direttamente in contatto, ma operano tramite un intermediario (ad esempio una banca) e hanno come controparte la cosiddetta clearing house (stanza di compensazione), che funge da venditore con l’effettivo compratore e da acquirente con il titolare del sottostante; in questo modo, fa da garante affinché l’intera operazione vada a buon fine. 

La stanza di compensazione italiana è Euronext Clearing, nota anche come Cassa di compensazione e garanzia.

Per avviare l’operazione, compratore e venditore versano una sorta di cauzione alla clearing house, definita margine iniziale e determinata in percentuale sul prezzo stabilito nel contratto.

Al termine stabilito nel contratto, possono avvenire due cose:

  • lo scambio effettivo del sottostante (opzione valida soltanto per i futures con un sottostante materialmente scambiato);
  • il pagamento del corrispettivo in denaro.

Non è detto che si giunga sempre alla scadenza. Infatti, il compratore potrebbe cedere il proprio future a terzi, oppure il venditore potrebbe ricomprarlo, sempre tramite la clearing house.

A cosa servono i futures?

Gli scopi per cui si decide di ricorrere allo strumento finanziario dei futures sono tipicamente tre. 

Vediamoli nel dettaglio.

1. Copertura del rischio

Con questi contratti, gli investitori perseguono l’obiettivo di proteggersi dal rischio di fluttuazioni dei prezzi degli asset sottostanti. 

In genere, chi fa questo uso dei futures non li chiude in anticipo, ma li tiene fino a giungere alla naturale scadenza del contratto.

2. Speculazione

In questo caso, come abbiamo visto, i compratori scommettono su un rialzo futuro dei prezzi e i venditori su un loro calo, puntando a guadagnare sulle differenze realizzate. 

In questo caso, la tendenza è quella di chiudere il contratto in tempi più rapidi rispetto a chi si copre dal rischio, nel tentativo di uscire nella fase di massimo rialzo (per i compratori) o ribasso (per i venditori), ottimizzando l’intento speculativo.

3. Arbitraggio

L’arbitraggio è un’attività volta a sfruttare le differenze di prezzo del sottostante tra diversi mercati. In sostanza, si punta a guadagnare sulla differenza di valore con operazioni parallele, di acquisto su un mercato e di vendita su un altro, applicando i relativi contratti futures.

Soffermiamoci un momento sulla differenza tra speculazione e arbitraggio, per comprendere meglio le diverse finalità dei futures. 

Ci viene incontro Borsa Italiana:

“L’arbitraggio si differenzia dalla speculazione per il fatto che, se il primo è un modo per sfruttare le differenze di prezzo presenti in luoghi diversi, la seconda lucra sulle differenze di prezzo di uno stesso bene in tempi diversi. La speculazione lucra agendo sul fattore “tempo” (vendita successiva all’acquisto e viceversa) mentre l’arbitraggio gioca sul fattore “spazio” (acquisto e vendita su due mercati diversi).”

Tipologie di futures

I futures sono di diversi tipi, a seconda dei relativi beni o strumenti finanziari sottostanti. Vediamo un elenco dei principali contratti di questo tipo:

  • commodity futures, corrispondenti a una materia prima o una merce, quelle che tecnicamente sono definite appunto commodity, come prodotti agricoli, metalli o risorse energetiche;
  • financial futures, se il sottostante ha natura finanziaria, come valute, titoli azionari o obbligazionari, indici di borsa, ecc.

In particolare, per quanto concerne questi ultimi, abbiamo:

  • currency futures, che si basano sui tassi di cambio delle valute;
  • single stock futures, sui titoli azionari quotati in borsa;
  • treasury bonds futures, sui Titoli di Stato;
  • stock index futures, sugli indici di borsa, come l’italiano FTSE MIB, che è il principale indice di riferimento per i mercati azionari italiani;
  • interest rate futures, sui tassi d’interesse a breve termine o Titoli di Stato. 

Si tratta di un elenco non esaustivo, tuttavia mostra chiaramente che si tratta di strumenti finanziari complessi, che andrebbero sempre gestiti da operatori professionali per non correre rischi di gran lunga superiori a quelli normalmente legati a questa tipologia di contratti.

Che si tratti di copertura dei rischi, speculazione o arbitraggio, è importante conoscere bene il funzionamento dei futures ma anche l’andamento dei sottostanti, al fine di trarne il massimo beneficio, nella consapevolezza che come i potenziali guadagni anche le perdite potrebbero rivelarsi ingenti.

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